Guram
Megrelishvili è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore georgiano
contemporaneo. E’ nato a Tbilisi nel 1980. Nel 2002 il suo primo libro 10+2 è uscito sotto lo pseudonimo di Zemkha. I suoi racconti brevi sono stati
pubblicati in Russia e negli Stati Uniti. La sua opera Reusable Bottles (2008) è stata candidata ai premi letterari Saba e
Gala. Nel 2010 ha pubblicato Iratta.ru,
un romanzo sull’agosto 2008, scoppio della guerra russo-georgiana. Nel 2012 Diogene Publishers si è occupata della
pubblicazione della nuova collezione di racconti Man’s City.
Nesy
(scoperta letteraria)
Devi averla già notata.
Si siede spesso nel giardino della chiesa di St. George in Lomisy street, a
Gldany. Anche se non indossasse mai quella gonna corta ti siederesti accanto a
lei e le diresti: “Devo averti già incontrato da qualche parte”. Lei
sorriderebbe con i suoi denti del giudizio cariati, metterebbe la mano sul tuo
ginocchio e ti direbbe che sei un adulatore. Poi mangereste dei popcorn e, una
volta stanchi di parlare, andreste a casa sua. Lei vive a Gldany, in una stanza
in affitto dove spesso vanno ospiti come te. Entrando in camera la prima volta,
ti sorprenderesti nel vedere un uomo sdraiato sul letto. Ma l’uomo se ne va in
silenzio. Se passi lì la notte, lo sentirai dirigersi verso una piccola cucina
e dormire sul divano. Se chiedi a Nesy chi è quell’uomo, ti risponderà: “il mio
ex amante!”
Poi scopri che in passato
era stato un tossico, dopo aveva chiuso con le droghe ed era diventato un
alcolizzato. Il suo fegato è messo così male che sputa sangue. E’ diventato
zoppo dopo un incidente stradale e ha una gamba di plastica o di legno.
Quando Nesy ti
parla di tutto questo pensi che si stia lamentando. Tu cerchi i pantaloni, tiri
fuori dei soldi e li metti sul comodino. Ti guarderà con il viso corrucciato. “Riprenditeli!”,
ti dirà, poi si alzerà aggiungendo: “Vado, tu puoi stare se ti va!”. Tu
ovviamente non rimani, e lei se ne va al lavoro.
Nesy lavora in un
privé. E’ pagata quattro lari[1]
al giorno, ma riesce ad arrivare fino ad otto. Il proprietario della bottega è
soddisfatto perché lei ha tanti clienti. Nonostante
ciò, per stare al sicuro, al termine della giornata la minaccia sempre di cacciarla;
ma l’obiettivo della minaccia è chiaro a Nesy e lei ascolta in silenzio quelle
parole umilianti.
Gli otto lari non
sono abbastanza. Deve mantenere lo zoppo, la sua zia anziana, se stessa e altri
come te, che le chiedono soldi per tornare a casa. Ma nonostante questo, Nesy
non accetta mai soldi per l’amore.
E forse questa è la
ragione per cui siamo così tanti ad andare da lei. Le ragazze come Nesy sono
noiose, lei non è così attiva a letto. Ha sonno appena si sdraia accanto a te,
e si addormenta così in fretta che ti viene da pensare che sia ammalata. Se la
conosci abbastanza potresti arrivare ad essere dispiaciuto per lei e non ti
viene da svegliarla. Altrimenti, la scuoti leggermente, ti sdrai ancora una
volta sopra di lei e se sei un po’ stizzoso la fai parlare tutto il tempo. E
lei parlerà, forse dirà cose senza senso, ma parlerà lo stesso e poi sarai tu
ad addormentarti.
La mattina presto
Nesy se n’è già andata. C’è una lettera per te sul comodino: “Sei fantastico”.
Se n’é andata. A te farà piacere (se non sai che lei lo dice a tutti) e ti
guarderai intorno pieno di orgoglio. All’inizio un pensiero maligno ti
attraverserà la mente e potresti mettere sottosopra la stanza per cercare cose
di valore, ma non rifarai mai una cosa del genere, anzi, potresti lasciare del
denaro in un angolo e andartene. Ma una cosa è inevitabile: amerai questo
letto.
Sebbene sia un
letto qualunque. Un vecchio letto di ferro, con le molle, senza nemmeno un
materasso sopra.
Una pausa
Non avevo nessuna
intenzione di scrivere questo passaggio fino al momento in cui un mio amico,
Sofiko, mi ha sbattuto la verità in faccia. Ma io cercherò di essere meno diretto.
Allora, la mia
malattia (non posso chiamarla propriamente una malattia, il mio psicologo la
chiama “esaurimento nervoso”) iniziò circa due anni fa, quando ricevetti delle
scarpe. Queste scarpe erano abbastanza buone (ancora le tengo come prova),
confezionate in Europa occidentale da una ditta famosa. Erano già state
indossate qualche volta, ma erano comunque in buono stato, c’era solo un qualcosa
all’interno che mi fece male ai piedi per due o tre mesi, fino a che mi abituai.
Il vecchio proprietario delle scarpe consumava il tacco internamente; io,
invece, lo consumavo all’esterno. Era questo il motivo per cui mi facevano male
i piedi e, oltre al fatto che iniziai a consumare il tacco all’interno,
avvennero altri cambiamenti in me.
Cambiamento I: il
mio naso è storto, ma prima tendeva verso sinistra, ora verso destra.
Cambiamento II: il
mio viso e il mio corpo hanno acquisito delle forme rotondeggianti, e spesso
sputo.
Cambiamento III:
sui taxi di solito mi sedevo sul sedile a sinistra, ora mi siedo sulla destra.
Cambiamento IV:
preferisco sporcarmi prima di lavarmi. A volte vado su un prato, mi rotolo nel
fango e poi mi lavo.
Cambiamento V: mia
madre è diventata più onesta nei miei confronti rispetto a mio padre. Cerco di
non pensare a lui, come se lui fosse un essere inventato…
Cambiamento VI: ho
iniziato a pregare di fronte a icone femminili.
Cambiamento VII –
il più importante: ne parlerò ora in dettaglio.
Sono sempre stato
molto pretenzioso sul cibo, e anche sulle donne, ma tale attitudine verso il
gentil sesso è cambiata in modo strano. Solo alla vista di una donna mi eccito,
che sia sudicia e brutta, che indossi vestiti costosi e gioielli, che guidi un
buona macchina. E rimango eccitato fino a quando smetto di guardarla o fino a
quando soddisfo il mio desiderio. Questo cambiamento ha fatto sì che io abbia
in parte rotto con le mie ex compagne per iniziare a cercare nuovi oggetti
sessuali. Oltre a questo, ho scoperto che la questione è più spirituale di
quanto pensassi, e che è sublime, mentre l’Arte è fittizia ed è un’invenzione,
perché gli artisti sono le persone più materialiste di tutte.
Cos’è quindi la
verità? La verità è ciò che la tua mente riesce a cogliere, o ciò che per la
tua mente è la verità, dato che la verità è costruita dalla mente di qualcun
altro. Quindi decisi di chiudere con questo mondo di poco valore e
materialista, scrivendo e guadagnando soldi in altro modo. Scoprii che una
mente scientifica è molto più solida di un cervello che lavora in modo mistico
e trascendentale. Nemmeno la religione può ignorare la questione, dato che la
nostra ideologia – l’ideologia della Terra, non può raggiungere un livello
sovrasensoriale senza immagini. Di conseguenza, gli uomini hanno creato le
immagini sacre perché fossero adorate furtivamente, o perché l’immagine sacra è
la manifestazione materialistica di Dio. Quindi, la conclusione è che
l’ideologia mater(“madre” in latino)ialistica e quella idealista sono uguali, e
che entrambe non sono più alte di un qualsiasi albero di mele.
Ecco una mia
piccola biografia.
Sono nato il 25
giugno dell’anno dell’Ariete, a Tbilisi. Non ho avuto alcun trauma grave nella
mia infanzia. Sono figlio unico. Ho studiato finanza all’università.
Secondo il mio
psicologo ho la fase ultima della megalomania. Sono incline all’atto del
suicidio, all’assunzione di alcol e droghe. Ho acuito il desiderio di ottenere
piacere. Sono profondamente emotivo.
Ecco, questo è il
passaggio che non volevo scrivere.
Parte II
Un mio vecchio
amico, Valeri, mi chiamò mentre io stavo camminando per strada sputando,
parlando di automobili e donne e sognando di essere ricco. Bevemmo birra e
vodka, e l’alcol in corpo ci fece desiderare delle donne. Valeri disse che ne
conosceva una che ce l’avrebbe data senza problemi e che ci avrebbe addirittura
dato dei soldi se glieli avessimo chiesti.
- “Ma non credo che
la troverai molto attraente, non è così…”
Risposi che avrei
dormito anche con un mostro se mi avesse dato dei soldi, e ci avviammo. La
porta ci fu aperta da uno zoppo che ci accompagnò all’interno. Quando ci
sedemmo Nesy arrivò. Era una ragazzina magra, intorno ai ventidue anni. Aveva
così tanto trucco sulla faccia che non riuscivo a capire se era brutta o meno. Feci
cenno a Valeri che andava bene.
Valeri mi presentò
ad entrambi; disse allo zoppo che dovevo discutere con Nesy. Si voltò verso di
lei e le chiese: “Quando vuoi che torni?”. Nesy mi guardò.
- “Fra circa due
ore, credo.”, risposi, e guardai Valeri che stava sulla porta.
- “Io vado a
parcheggiare!”, disse, e uscì.
Quando lui fu di
ritorno io già avevo fatto buona conoscenza con Nesy. Lo aspettai in camera.
Quando Valeri e lo
zoppo entrarono, Valeri le chiese se le piacevo. Nesy rispose che le piacevo
molto.
- “Dici sempre così!”,
disse Valeri sorridendo.
- “E allora perchè
me lo chiedi?”, anche Nesy sorrise, e uscì dalla stanza per fare un caffè.
- “Ehi Val, chi è
quello zoppo?”
- “Nessuno, Nesy lo
tiene con sé.”
- “E’ suo marito?”
- “Non lo so. Forse
sì. Lei dice di no. Lui non si fa problemi. Lei ti piace?”
- “No. Però…”
Nesy tornò.
- “Nesy, lavori
ancora?”
- “Sì, di notte.”
- “Nel solito
posto?”
- “No, adesso
lavoro qui in giro, vicino alla metropolitana.”
- “Hai intenzione
di andartene?”
-
“Dall’appartamento?”
- “Sì.”
- “No, non voglio,
a meno che i vicini non presentino un reclamo contro di me.”
- “Cosa vogliono?”
- “Non gli
piacciono i miei ospiti…”
- “Chiamami se ti
trasferisci, ok? Hai il mio numero?”
- “Sì.”
- “Chiamami!”
- “Ok, ma non vado
da nessuna parte per il momento.”
- “Ah…a Gurami
piaci, verrà qui ogni tanto.”
- “Davvero? Mi fa
molto piacere!”
Prima di andare via Valeri le chiese in prestito due lari
per la benzina, e ce ne andammo.
- “Mi ha dato circa
100 lari in questo modo…e non li rivuole mai indietro! E’ così stupida, ma
anche così gentile! E’ una puttana, ma è gentile…e non vuole mai soldi.”
- “Prova a darle
100 lari e vedrai se non li prende!”
- “Spesso le
vengono offerti soldi…non centinaia di sicuro, ma ad ogni modo non li prende
mai.”
- “E accetta
regali?”
- “Regali? Forse…una
volta le ho comprato un profumo da quattro soldi…era così felice perché pensava
fosse un Dior…e ancora se lo ricorda: - il profumo che mi hai comprato…-.”
- “Ma non pensi che
sia un po’ matta?”
- “Non lo
so…perché, hai notato qualcosa?”
- “Mah, niente. A
letto fa schifo. Non poteva imparare qualcosa? Ha avuto così tanti uomini! Era
lì, sdraiata come un morto.”
- “Sì, lei è così.”
- “E’ così giovane
e già così rovinata…non si sposerà mai.”
- “Ah, ti ricordi
quel cugino di Irakli, Kwicha…una volta lo abbiamo portato da lei. Lei era la
sua prima donna e lui si innamorò. La voleva sposare! Grazie a Dio, fu lei
stessa a rifiutare. Lui era perso di lei.
- “Sì, riuscirebbe
a trovarsi un coglione come lui…”
Dopo due o tre
giorni andai a trovare Nesy da solo. Lo zoppo non era in casa e fu lei ad
aprire la porta. Era felice di vedermi. Stava mangiando patate al forno. Anch’io
avevo fame, ma non potevo mangiare con lei e quindi semplicemente mi sedetti in
cucina assieme a lei. Mangiava lentamente, canticchiando una melodia e
guardando fuori dalla finestra. Volevo una tazza di acqua, e nel prenderla
rovesciai il tegame con le patate. Le patate si sparpagliarono sul pavimento.
Nesy si inginocchiò, le raccolse sul suo piatto e continuò a mangiare. In quel
momento la odiai e la coprii di insulti. Lei non disse una parola, mangiò le
sue patate in silenzio, pulì il tavolo e andò in camera. Dopo un po’ la seguii.
Era seduta sul pavimento ad ascoltare la radio.
La spogliai. Non
avrebbe resistito. Poi disse che si sarebbe fatta un bagno.
- “Non ce n’è
bisogno – dissi – ti voglio sporca così come sei!”. Scrollò le spalle.
- “E’ solo che mi
sento una vergine dopo il bagno.”, disse, e si sdraiò. Stava canticchiando la stessa
melodia. Ma non dissi niente.
Si stava asciugando
i capelli quando mi alzai. Aveva un aspetto migliore senza trucco. Le sue
labbra erano pallide, i suoi occhi verdi. Sembrava una ragazzina dopo il bagno.
La abbracciai.
- “Perchè sei una
puttana?”, mormorai mentre la annusavo.
- “Non sono una
puttana…sono semplicemente fatta così!”, rispose.
- “Sei una puttana!
Un’orribile puttana! E non chiedi dei soldi?”
- “Non sono una
puttana…sono semplicemente fatta così…”
All’improvviso provai
dispiacere per lei e la odiai perché lei era fatta così davvero. Smisi di
abbracciarla e la spogliai. Era davvero come una vergine, una vergine senza
sangue.
- “Che cosa hai
fatto? Ti sei fatta una bagno di allume?”, le chiesi, e lei chiuse gli occhi. Capii
che voleva dormire e la lasciai sola.
Mentre dormiva
comprai della cioccolata e del brandy e guardai un film. Dormiva sorridendo,
molto silenziosamente. Dormì per tre ore. Alla fine mi stancai e la svegliai.
Le portai la cioccolata e il brandy a letto. Pensavo che le avrebbe fatto
piacere, ma non manifestò nulla.
- “Beviamo del
brandy.”
- “Non bevo
alcolici.”
- “E invece oggi lo
farai!”
- “Ok, ma potrei
stare male!”
Si alzò. Stava
arrostendo le patate quando due ragazzi la chiamarono dal cortile. Nesy scese
in giardino. La guardai dalla finestra. Parlarono, poi i due ragazzi iniziarono
a litigare. Sputai e mi allontanai dalla finestra. Nesy non tornava. Scesi
anch’io. Lei e i ragazzi se ne erano andati.
“Se n’è andata con
quelli”, pensai, e tornai di sopra. Mi sentii tremendamente insultato dal suo
comportamento. Cosa potevo fare?
Inizialmente
guardai se c’era qualcosa di valore nella stanza. Non trovai nulla. Poi decisi
di chiudere a chiave la porta e lasciarla senza un tetto. Stavo per andarmene quando
arrivò lo zoppo.
- “Salve, Nesy è a
casa?”, chiese, poi andò in cucina, mangiò le mie patate, la mia cioccolata e
bevve il mio brandy. Tutto ciò mi fece impazzire. Iniziai ad attaccare briga
con lui, ma mi rispose in modo molto tranquillo, andò in camera e si mise a
dormire.
Aspettai Nesy
un’ora e poi me ne andai. Dopo tre giorni tornai da lei. Non nascose il perché
se n’era andata con i ragazzi:
- “Cosa potevo
fare?! Me l’hanno chiesto e non potevo rifiutare, e poi pensavo che tu non mi
volessi.”
Mi infuriai e
iniziai ad imprecare contro di lei. Non rispondeva. Questo mi fece impazzire e
la picchiai. Iniziò a piangere e corse in bagno. Dopo mezz’ora uscì e disse che
era dispiaciuta. Si era fatta il bagno ed era come una vergine.
- “Sei una puttana!”
- “No, non sono una
puttana. Sono solo fatta così.”
Andavo da Nesy ogni
giorno, ogni tanto due volte al giorno. Non le chiedevo soldi.
Mi ero abituato
allo zoppo. Dormivo con Nesy anche in sua presenza. Lui ci guardava come se
stessimo semplicemente giocando a scacchi.
- “Dopo un
incidente d’auto è diventato impotente.”, disse Nesy.
- “Perché vive con
te?”
- “Era il mio
amante, dopo l’incidente non può più lavorare…e ha una vecchia zia, la teniamo
con noi.”
- “Tu la tieni con
te!”
- “Sì.”
- “Perché lui sta
qui?”
- “Non ne ho idea.
Stette qui una notte e dopodiché ha iniziato a stare qui ogni notte. Ma non c’è
nessun problema, se ne andrà se glielo chiedo.”
- “E tu guadagni
abbastanza da mantenere questo accattone e sua zia?”
- “Non è un accattone,
lo aiuto e basta. Prendo 7 lari al giorno e arriviamo alla fine del mese!”
- “Tu sei pazza!”
- “Perchè?!”
- “Perchè?!
Mantieni uno zoppo impotente e sua zia! Per cosa?!”
- “Perchè? Io non
ti aiuterei se tu me lo chiedessi?”
- “Io? Non è la
stessa cosa. Io sono il tuo amante!”
- “Ce ne sono anche
tanti altri…ma non ho problemi.”
Dopo quel giorno
iniziai a chiederle soldi. Le presi due o tre lari ogni giorno, li misi insieme
e le comprai dei fiori e un profumo per il suo compleanno. Sprizzava gioia da
tutti i pori. Mise i fiori in tanti vasi. Il profumo se lo mise alla festa di
compleanno del vicino il giorno seguente. Capì che ero offeso. Mi chiese scusa
e tutto si sistemò. Una volta le chiesi:
- “Non usiamo mai
il preservativo. Non rimani incinta?”
- “No, nè ora nè
mai.”
Col tempo mi
abituai a mangiare lentamente. Ci sedevamo a tavola e mangiavamo il più
lentamente possibile, il suo viso un po’ buffo e molto serio allo stesso tempo.
Ma a letto non era mai attiva.
Poi scoprii una
cicatrice profonda sulla sua schiena.
- “Che cos’è
questa?”
- “Siamo nate con
questa cicatrice, io e mia sorella.”
Così, scoprii che
aveva una sorella gemella. Ma:
- “Siamo sorelle da
parte di padre.”
- “Ma come? Allora
non potete essere gemelle!”
Nesy si mise a
ridere: - “Nessuno capisce e io non spiego nulla!”
Disse che sua
sorella gemella era suora e viveva in un convento con il suo figlioletto.
- “Il bambino è il
piccolo mistero della nostra famiglia. Un giorno diventerò suora anch’io…”
All’improvviso
realizzai chi era. Mi infuriai e urlai: - “Come osi! Sei una puttana!”
- “Non sono una
puttana, sono semplicemente fatta così!”, disse molto tranquillamente e si
voltò.
- “Ascolta, Nesy,
gli anni passano, e tu diventerai vecchia e brutta.”
- “Lo so che invecchierò.
Cosa vuoi dire?”
- “Sei una puttana.
Perché non fai soldi in questo modo? Ne guadagnerai abbastanza per vivere bene
e ne risparmierai un po’ per il futuro. Non puoi usare il tuo dannato corpo che
non durerà per sempre?! Non puoi riposarti la notte?! E perché dai soldi ai
pezzenti come me?! Tu sei pazza! C’è qualcosa che non va in te!”
- “Cosa ci posso
fare? Sono semplicemente fatta così.”
Ed io iniziai ad
indagare sul perché lei fosse “fatta così”. Lessi molti libri, parlai con molte
persone, ma non ottenni la risposta. C’erano numerose versioni che mi
sembravano ragionevoli.
Versione I
Scuola
psicoterapeuta “Mencary” I.F.
Che cos’è la
prostituzione? E’ un fatto risaputo che la prostituta non prova piacere nell’atto
sessuale. Un tale svilimento dei sentimenti viene giustificato dalla loro
“Professione”. Questo non è vero. Diventano prostitute perché sono
frigide. Odiano l’atto sessuale. Lo
percepiscono come un comportamento volgare, sporco. Acquisiscono un complesso
di inferiorità. Questo complesso (inconsapevolmente) ha bisogno di essere
soddisfatto, di essere recuperato. Uno dei modi per recuperarlo è ignorarlo,
dimostrare che lei non è inferiore ma, al contrario, è voluta ed amata.
La versione secondo
la quale la povertà rende le donne prostitute è molto facile da smentire. Quindi
non vale neanche la pena di parlarne.
Il nostro esempio è
facilmente spiegabile: un essere umano ha una certa porzione di complesso di
inferiorità e di paura della vita sessuale. Se il complesso di inferiorità
prevale sulla paura, avremo donne come Nesy. Una donna di questo tipo avrà una
vita sessuale, ma non sarà mai soddisfatta da un partner. Ma se la paura
prevale sul complesso, una donna non avrà mai una vita sessuale.
Per ciò che
riguarda le paure, queste generalmente provengono dall’infanzia…
Versione II
Givi
Alaznispireli (esoterico)
Aggiungerò qualche
parola sulle caratteristiche delle persone che
possiedono un’anima sacra. Prima di tutto, sono persone molto emotive. Non sono
sincere (anche se provano ad esserlo), amano la contentezza, le risate,
l’umorismo, hanno un esagerato senso di gioia o di dolore. Non c’è dubbio che
anche in loro ci sia un campo opposto all’anima sacra, e questo fatto
giustifica la loro cognizione paradossale e addirittura la loro subordinazione,
che potrebbe risultare essere il modo per conoscere la verità.
Una caratteristica
molto importante di queste persone è la loro abilità a dar via le cose: soldi,
cibo, vestiti…Questa abilità può riguardare non solo gli oggetti, ma anche il
proprio corpo. E’ facile per queste donne spogliarsi davanti agli sconosciuti.
Tale comportamento è dato dall’accresciuta conduttività del campo che le
circonda. Queste donne si adattano facilmente al rapporto sessuale con gli
sconosciuti, come se a loro non importasse. Cercano di ottenere una
soddisfazione spirituale in questo modo, benché spesso non la riescano a
raggiungere dato che l’atto sessuale non può essere uguale alla soddisfazione
spirituale. In questo caso il rapporto sessuale è solo un tentativo di
soddisfare i loro desideri subconsci. Povere donne, in passato ero solito
incolparle (nonostante non intenda giustificare le prostitute).
Versione III
Intervista di
un mio amico ad una ragazza di 23 anni
–
“Quando
hai avuto il tuo primo rapporto sessuale?”
–
“Avevo
18 anni. Era estate. Un mio amico mi presentò un bell’uomo di 30 anni. E una
notte, dopo un giro sulla sua macchina, ho fatto sesso con lui, così, per
curiosità.”
–
“Che
cosa hai provato?”
–
“Solo
dolore. Non ho più rivisto quell’uomo. Dopo metà anno un altro amico mi
presentò il suo vicino. Aveva 20 anni. Affittò una stanza a Tbilisi. Mi
innamorai di lui. Ci frequentammo per un anno, poi lui tornò nella sua città.
Ci rimasi davvero male e decisi che non mi sarei più innamorata. Dopo un paio
di mesi feci sesso col suo amico! (una pausa) In questo modo mi vendicai del
mio ex ragazzo.”
–
“Non
ce l’hai sulla coscienza?”
–
“No.
Ero stata insultata. Dopo qualche mese conobbi un uomo di 35 anni, sposato e
ricco. Mi diede un passaggio e io…feci sesso con lui.”
–
“Quante
volte lo hai visto?”
–
“Tre.
Mi portava al ristorante, e poi lo facevamo in macchina.”
–
“Perché
ti comporti così? Lo fai per i soldi?”
–
“No,
non è per soldi. E’ solo che mi va di farlo. Mi piace quando vengo notata,
considerata una donna.”
–
“Quanti
uomini hai avuto negli ultimi cinque anni?”
–
“Circa
12. Ho ancora una relazione normale con tutti loro.”
–
“Raggiungi
l’orgasmo?”
–
“No,
mai. Mi piace il processo.”
–
“Hai
mai avuto un amante vecchio?”
–
“Sì,
aveva 53 anni. Mi piaceva stare con lui.”
–
“Non
sei stanca di farlo in macchina o tra i cespugli?”
–
“Sì,
ma in qualche modo anche mi piace, oltre al fatto che gli uomini non amano sprecare
soldi per un hotel.”
–
“Non
hai mai pensato di sposarti?”
–
“Una
volta ci pensavo…ora no.”
–
“Sei
tu a lasciare gli uomini?”
–
“No,
sono loro a lasciare me. Dopo aver ottenuto quello che vogliono non mi chiamano
più”.
Versione IV
Il mio psicologo pensa che:
Nesy ha il complesso di Elettra e cerca di sublimarlo con
la prostituzione. L’esistenza di questo complesso è rivelata dal fatto che Nesy
sottolinea il suo essere “figlia di padre”; oltre a ciò, Nesy ha alcuni sintomi
di schizofrenia, assodati dai suoi strani discorsi su se stessa e la sua
sorella gemella, ed il loro essere sorelle da parte di padre (lei non tiene
conto di sua madre). Come possono due gemelle avere madri differenti?! Il fatto
che Nesy non chieda soldi è molto facile da spiegare: per Nesy gli uomini
equivalgono al padre (cioè Nesy cerca il padre tra di voi, e invano), e lei sarà
al servizio degli uomini (il padre) gratuitamente, a differenza di altre donne
(la madre).
Versione V
L’opinione di
un uomo bravo in numerologia
Ovviamente non
posso essere sicuro che la mia opinione sia giusta, ma la numerologia può dare una
descrizione dello stile di vita di Nesy, della sua personalità e del suo
carattere. Il suo nome è Nesy, ma è un nome che ha creato lei. Il suo nome di
battesimo è Nestani. Cerchiamo di decifrare entrambi i nomi:
4
|
5
|
9
|
1
|
1
|
4
|
9
|
N
|
E
|
S
|
T
|
A
|
N
|
I
|
Ora sommiamo i
numeri. Il totale è 33. Se vogliamo semplificare, possiamo sommare i due numeri
che formano la cifra e avremo 6. “6” è il simbolo dell’armonia, della bellezza
e del ritmo. Il suo pianeta protettore è Venere. I “numeri 6” sono creature
oneste e umane. Dimostrano grande interesse nelle persone. Sono dei buoni
uomini pubblici, sebbene la famiglia sia per loro di primaria importanza. E’
molto piacevole avere a che fare con dei “numeri 6”. Sono riservati,
affascinanti e affettuosi, abbastanza docili, ma possono anche essere
esasperati.
Amano i profumi, i
fiori, gli oggetti graziosi. Amano avere ospiti.
Sono idealisti, semplici,
non sono egoisti, sempre desiderosi di dare un aiuto. E’ molto difficile per
loro dire di no.
Un “numero 6”
sarebbe un buon dottore, insegnante o infermiere.
Ora, passiamo a
decifrare l’altro suo nome:
4
|
5
|
9
|
9
|
N
|
E
|
S
|
Y
|
Il totale è 27,
2+7=9. I “numeri 9” sono affettuosi, filosofici e mistici. Il loro pianeta
protettore è Nettuno. I “numeri 9” sono molto sensibili e impressionabili,
esprimono l’amore in modo più forte degli altri. Trattano gli oppressi, gli
ammalati e gli anziani come parenti vicini, si sentono dispiaciuti per la loro
condizione. Sono quindi i più umani di tutti. Il loro scopo è l’amore
universale, la gentilezza, la comprensione. In più, vale la pena dire che i “numeri
9” fanno sogni strani, sempre premonitori.
Non tutti vanno
d’accordo con loro. Alcuni adorano i “numeri 9”, altri li odiano (e questo è
più frequente) per la loro grande abilità a dispensare.
Se un “numero 9”
non sposato viene sedotto molto facilmente, è quasi impossibile sedurre un “numero
9” sposato; tuttavia, non sono delle mogli ideali, perché la loro intera
energia viene sprecata per aiutare gli altri.
I “numeri 9”
generalmente fanno lavori che aiutano la gente, spesso sono suore, insegnanti,
infermieri…
Il loro difetto più
grande è la distrazione e il fatto che perdono tempo. Sono molto generosi e
vogliono soldi solo per soddisfare i bisogni giornalieri e per aiutare altre
persone.
Ecco, vi ho
mostrato il ritratto del carattere di Nesy oggi e in passato, la differenza tra
Nesy e Nestani che, più che diminuire il suo livello di generosità, lo ha
aumentato.
Un altro aspetto molto importante è che il
pianeta protettore del suo nome di battesimo – Venere – è il simbolo del
piacere sessuale e del matrimonio. E se questo pianeta appare anche sul suo
oroscopo, lei potrebbe iniziare a dispensare i suoi favori anche in forma
fisica.
Versione VI
Un dilettante
astrologo afferma…
…che Nesy semplicemente
non potrebbe vivere in altro modo, perché è nata nell’anno del sensoriale
Pesci. La presenza dei pianeti Venere e Giove nel suo oroscopo implica che lei
è pronta a condurre una vita sessuale, provare piacere e dispensarne il più
possibile. Nesy sarebbe potuta essere una brava infermiera o una suora…
Versione VII
Opinione
dell’autore della storia:
Nonostante il personaggio
della mia storia racconti una bella fiaba sentimentale su una brutta prostituta
con un animo poetico, il cui comportamento è considerato un segno di bontà,
penso che un tale atteggiamento verso queste questioni non sia auspicabile e sia
anche un po’ pericoloso.
Inizialmente Gurami
fa riferimento a Nesy in modo piuttosto ironico, ma c’è del rispetto nascosto
in questa ironia e questa è l’origine della tendenziosità. Sì, le
considerazioni sulla personalità di Nesy fatte dalle persone scelte da Gurami
sono tendenziose. Ho parlato di questo con Gurami, e mi ha risposto in modo
piuttosto grossolano: “Se mento sei un bugiardo anche tu, dato che io sono un
prodotto della tua mente”. Si mise a ridere ed io realizzai che mi aveva colto
in flagrante, mi aveva sconfitto con le mie stesse idee. Ad ogni modo, sono io
l’autore e sono io ad avere il diritto di sostenere la mia opinione (forse
addirittura soggettiva) su Nesy: la si può decifrare come si vuole, ma lei
rimane comunque una prostituta. E’ una normale prostituta che forse non accetta
soldi per l’amore, ma senza dubbio è egoista. Di regola le donne come Nesy sono
state sedotte, sembrano sempre vittime, ma di certo lo fanno solo per mettersi
in mostra. E’ una “vittima” solo perché le conviene esserlo, perché riceve più
attenzioni, amore e calore in questo modo. Lei riceverà ma non elargirà, come
Gurami e altri (generalmente nei rapporti sessuali gli uomini elargiscono dal
punto di vista psicologico!).
Col tempo tali
donne diventano veggenti o combina-matrimoni. Osano addirittura “vittimizzare”
le ragazze e danno loro anche una grande quantità di informazioni teoretiche. Sono
sempre pronte a lamentarsi, ma in effetti nessuno si adatta meglio di loro alla
vita materiale.
Sono in qualche
modo simili ai ladri e ai mercanti. Non farti colpire dal loro sorriso modesto
e non lasciarle mai abbracciarti, potresti venire soffocato. Nesy e le donne
come lei sono un po’ folli. Ma nemmeno Gurami sembra del tutto a posto.
L’unico cambiamento
nel nostro rapporto, dopo l’intera investigazione, è stato che iniziai a
trattarla come se fosse malata. In realtà era malata. Beveva e mangiava a suo
modo, un modo strano. E allo stesso modo sceglieva quali icone pregare. I suoi
sogni erano i più strani in assoluto. Solevo trascriverli e portarli dal mio
psicologo, che confermava le sue teorie secondo le quali Nesy aveva il
complesso di Elettra.
Questo è uno dei
suoi sogni più impressionanti: “Vedo un terreno arido coperto di sale. Un uomo
sta scrivendo qualcosa sul terreno col dito. Sorride. Mi avvicino a lui e gli
dico che lo conosco e gli chiedo di accompagnarmi in chiesa. Lui si alza e
insieme andiamo. Mentre entro in chiesa urlo a voce alta che quest’uomo è il
re, che è Gesù Cristo e lo incorono, ma la folla ride di me. Mi vergogno,
piango, ma non riesco a correre. Poi mi sveglio.”
L’interpretazione
del sogno del mio psicologo è questa: “Il fatto che Nesy veda un uomo con una
corona nei suoi sogni conferma la mia opinione. L’uomo con la corona (il re) è
il simbolo del padre. Il terreno è il simbolo dei genitali di Nesy, di se
stessa; l’uomo (il padre) scrive su di esso (ha rapporti sessuali) con il dito
(pene). Ma non soddisfa Nesy, lei cerca di vivere con suo padre pubblicamente,
alla luce del sole (desiderio di portarlo in chiesa), ma allo stesso tempo ne
ha paura (in questo caso le derisioni della folla sono in opposizione al suo
super ego).
C’è anche un
simbolo nascosto nel fatto che lei chiami l’uomo Gesù Cristo, e in chiesa
preghi Gesù Cristo (il padre).
Quindi ero sicuro
che fosse malata e mi occupai di curarla, dato che avevo qualche conoscenza di
psicologia. Prima di tutto cercai di farmi dire tutto. Lei iniziò a ricordare
dall’infanzia. Questo risultò essere molto semplice perché Nesy ricordava tutto
da quando aveva 5 mesi. Decisi di controllare la sua memoria ipnotizzandola.
Nesy cadde in un sonno ipnotico molto facilmente. Non riuscii ad ottenere più
informazioni di quante me ne aveva già date. Quindi cercai di spostare la
cosiddetta “immagine del padre” su qualcun altro che lei potesse sposare. Chi
avrei potuto scegliere? Il candidato più funzionale era lo zoppo. Ma Nesy non
si voleva sposare.
-
“Perchè
non ti sposi?”
-
“Non
lo so! Non riesco a vivere con un solo uomo. Io devo stare o con tutti o con
nessuno.”
-
“Non
capisco perché…Non puoi sposarti e vivere come una donna normale?”
-
“No,
non posso, non posso tradire mio marito.”
-
“Sono
solo parole. Sei già abituata alla prostituzione. Potresti tradire tuo marito,
ma il punto principale è quello di non fare sesso con così tanti uomini, o ti
prenderai delle malattie e…”
-
“Tu
perché non ti sposi?”
-
“Perché
avere fretta?! Ho ancora 21 anni!”
-
“E’
questo il motivo?”
-
“Sì!”
(una pausa) “Ok. Non ho ancora incontrato la donna giusta.”
-
“Che
tipo di donna definisci ‘giusta’?”
-
“Deve
essere la più bella di tutte, intelligente, brava nelle faccende domestiche.
Deve amare i bambini e, cosa più importante, deve essere ricca!”
-
“E
tu, che cos’hai da offrire?”
-
“Io?
Ho dei talenti. Studio finanza e sono un potenziale grand’uomo d’affari, e per
di più…per di più ho qualcosa che nessun altro ha…”
-
“E
che cos’è questo ‘qualcosa’?”
-
“Non
lo so…ma so che c’è qualcosa in me…lo riesco a sentire.”
-
“Mi
consigli di sposarmi e sembra che rimarrai scapolo tu stesso.”
-
“No,
non è vero…e tu…non vedi che sto cercando di aiutarti?”
-
“Di
aiutarmi? Allora sposami!”
-
“No,
non posso. Ma che ne dici dello zoppo? Sarà un buon marito. E inoltre siete
abituati l’uno all’altra…e non è mai geloso!”
Nesy rise e non
toccammo mai più l’argomento. Nel frattempo mi presi una qualche malattia
venerea ed evitai di vedere Nesy. Ecco come successe:
Incontrai la moglie
di un mio compagno di classe ad una festa. Era una ragazza piuttosto ricca e
disinteressata. Le feci perdere la testa e la portai nell’appartamento di mio
zio, dove fui premiato con una malattia venerea. Nesy era sorpresa dalla mia
sparizione. Ci incontrammo per caso e mi disse che le mancavo. Quando le dissi
del mio problema si mise a ridere e disse che mi era accaduto per colpa del mio
grande amore per il denaro. Poi mi preparò un bagno manganico, mi diede del
succo alle erbe fatto da sua nonna, leccò il mio sperma e mi curò.
Ma dopo una
settimana smisi di andare a trovare Nesy. Ero semplicemente annoiato, la odiavo.
Tuttavia non riuscivo a trovare né un lavoro, né una sposa ricca, e tornai da
Nesy per sfogare la mia rabbia, la mia afflizione e l’energia materiale. Ma non
trovai Nesy. Non era in casa.
a) Comprai dei
fiori, del cibo e alcune bibite. Anche se la odiavo ero impaziente di vederla e
sembravo felice come se fossi stato innamorato. Mi immaginai il momento del
nostro incontro. Speravo sarebbe arrivata da sola, immaginare che potesse
essere con qualcun altro mi rendeva geloso.
- “Sono innamorato,
sì, lo sono! Forse non la sposerò, ma non amerò mai una donna in questo modo.
Oh, Nesy, la mia povera puttana!”
Se fosse stata
fuori, mi sarei seduto sulle scale e la avrei aspettata. Lei sarebbe arrivata
molto stanca, e si sarebbe accorta di me solo quando si sarebbe avvicinata (di
solito camminava a testa bassa). Quando mi avrebbe visto si sarebbe sorpresa e
avrebbe gridato di gioia. Tremando sarebbe riuscita a fatica ad infilare la
chiave nella serratura della porta. Saremmo entrati in camera e avremmo passato
dei minuti fantastici insieme. Lei sarebbe stata in preda alla passione e mi avrebbe
detto:
- “Amo te, solo te
e nessun altro!”
Le avrei proposto
di adottare un bambino e di crescerlo insieme. Lei sarebbe stata in silenzio.
Poi io avrei detto:
- “No, non ho
intenzione di sposarti. Cresciamo semplicemente un figlio. Io avrò la mia
famiglia e tu starai con chi vuoi. Ti conosco, sei ‘fatta così’!”
Nesy avrebbe pianto
e sarebbe diventata brutta, ma io l’avrei amata lo stesso per la sua debolezza.
Quindi andai al
quarto piano, bussai e la porta mi fu aperta da un uomo. All’improvviso mi
infuriai con me stesso per i miei pensieri sentimentali: è una puttana, una
puttana qualunque, anche se non accetta soldi è una prostituta! Una puttana!
Spingendo in parte con rabbia l’uomo cercai di entrare nella camera.
-
“Ehi,
dove stai andando?”, chiese l’uomo un pò in imbarazzo.
-
“A
venerare la regina.”, ringhiai.
-
“Sei
matto ragazzo?! Chi sei?”
-
“Voglio
vedere Nesy!”
-
“Chi
è Nesy?”
-
“Chi
è Nesy?! La ragazza che vive qui.”
-
“Io
vivo qui, ragazzo, non c’è nessuna Nesy qui!”
Nel frattempo
apparve una donna grassa che si domandava cosa stesse succedendo. Per un attimo
pensai che avevo sbagliato piano. Ma non era vero.
-
“Mi
scusi, venivo a trovare Nesy in questo appartamento. Viveva con un uomo zoppo,
i ragazzi venivano spesso da lei.”
-
“Quando?”
-
“E’
passato un mese dall’ultima volta in cui l’ho vista.”
-
“Ti
sbagli. Vivo in questo appartamento da sei anni…e non c’è nessuna Nesy nemmeno
qui nel vicinato.”
L’indirizzo che
ricordavo era giusto. Avevo qualche dubbio. Diedi i fiori e il cibo all’uomo, e
prima che lui riuscisse a realizzare cosa stavo facendo mi fiondai in camera.
L’appartamento non era il suo, le camere erano diverse.
La donna iniziò a
urlare, l’uomo imprecò contro di me mentre uscivo dalla camera. Fu una giornata
terribile.
b) Valeri venne a
trovarmi e andammo a bere una birra. Gli chiesi di Nesy e lui mi guardò
stupito. Dissi che non la vedevo da un mese. Valeri pensava che stessi
scherzando.
-
“Non
sto scherzando. Voglio vederla. Vive ancora nello stesso appartamento?”
-
“Nesy
è morta.”
-
“Smettila
di prendermi in giro. Sono serio.”
-
“Sono
serio anch’io. E’ morta. Non lo sapevi? Tutti i ragazzi sono spaventati a morte
e stanno andando a farsi visitare. Lei era malata. Tu usavi il preservativo?”
-
“No.”
-
“Vai
dal dottore il prima possibile allora!”
Andai all’ospedale
di mio zio il giorno stesso.
Maledetta puttana!
c) Non avendo
trovato nè un buon lavoro nè una moglie ricca, decisi di andare da Nesy.
Lo zoppo stava
guardando fuori dalla finestra. Mi riconobbe all’istante e mi urlò di
comprargli una bottiglia di vodka. Mi arrabbiai e corsi su dalle scale. La
porta era aperta. Entrai. C’era un odore terribile nella stanza. I vestiti
erano sparsi sul pavimento infangato. Lo zoppo era seduto in cucina e fumava.
-
“Mi
hai comprato la vodka?”
Non risposi ed
entrai in bagno.
-
“Dov’è
Nesy?”
-
“Nesy?!
Eh, Nesy?! Ah ah, che si fotta!”
-
“Qual
è il problema?”
-
“Non
lo sai? Eh, se n’è andata!”
-
“Ma dove?”
-
“Maledetta
prostituta! Schifosa puttana! E’ entrata in convento.”
-
“Cosa?!
In convento?!”
-
“Sì.
Non riuscivo a crederci ma è vero. Mi ha mandato una lettera dicendomi che
stava bene. Mi ha scritto che le dispiaceva di avermi lasciato solo. Ma mi ha
promesso di aiutarmi il più possibile. Immagina…che cosa mi ha fatto! Come
potrò vivere adesso? E mia zia? Che cosa posso fare?”, e iniziò a piangere.
-
“Smettila
di lamentarti! Ecco, tieni…Verrò uno dei prossimi giorni…”, e misi tutti i
soldi che avevo sul tavolo. “Dov’è? In quale convento?”
-
“Non
lo so! Per favore, aiutami, sei il mio salvatore! Sapevo che saresti stato
l’unico uomo che si sarebbe preso cura di me e di mia zia…”
Riuscii a fatica a
liberarmi di lui.
Dove avrei trovato
Nesy? In che convento sarei andato? Non aveva senso cercarla, e mi arresi.
-
“Se
la trovi dille che verrà punita…portala da me e poi…lo so io.”
Mi girai verso di
lui. Stava ridendo.
Che patetico!
d) Comprai dei
fiori, del cibo e il suo profumo preferito. Vicino a casa sua incontrai degli amici.
Dissi loro che stavo andando da Nesy.
-
“Che
Nesy?”, mi chiesero.
-
“Vive
al quarto piano con uno zoppo.”
-
“Non
hai sentito cosa è successo?”
-
“Cosa?”
-
“E’
stata uccisa.”
Scoprii che Nesy aveva un amante poliziotto che aveva una
famiglia. Sua moglie era gelosa e sporse denuncia verso Nesy. Fu arrestata e
messa in prigione. I ragazzi la andarono a trovare in prigione più volte. Lì
una donna si innamorò di lei. Era zoppa. Era stata in prigione due volte,
accusata di aver ucciso un uomo. Propose a Nesy di sposarla. Ma Nesy la ignorò,
e la detenuta la uccise in preda alla gelosia.
-
“L’ha
pugnalata cinque volte mentre dormiva. L’intera prigione ha pianto, tutti erano
dispiaciuti per la povera Nesy! Nessuno sa nemmeno dove sia la sua tomba.”
Diedi i fiori ad
una donna per strada, il profumo ad una vicina di Nestani.
e) Uno di questi
giorni io e la mia moglie appena sposata stavamo andando alla festa di
compleanno di un amico. Comprammo dei fiori ed entrammo in un privé per
prendere dello champagne. Lì vidi Nesy. Sorrise per un attimo, ma vedendo la
mia faccia seria guardò in basso.
Mi vergognai mentre
stavamo uscendo dal privé.
Tornai indietro:
-
“Nesy,
come stai?”, chiesi.
All’inizio fece
finta di non riconoscermi.
-
“Ah,
sei tu…non ci vediamo da una vita! Sei cambiato tantissimo! Chi è quella
ragazza carina? E’ tua moglie? Avete dei figli? Che cosa fai? Hai trovato un
lavoro?”, e via così. Mi fece molte domande a cui risposi molto brevemente,
solo “sì” o “no”.
Quando
ce ne andammo mia moglie mi chiese chi fosse e dissi che era la moglie di un
mio amico. Lei disse che sembrava una puttana e mi gettò un’occhiata di
sospetto.
Devo
essere orgoglioso di me stesso. Non arrossii nemmeno!
Una pausa
Feci
un sogno in treno: la folla correva su e giù per la strada. Poi gli uomini
uscirono dalla folla e gettarono sassi contro la puttana. Poco dopo si
calmarono e se ne andarono cantando. Le donne gettarono qualche altro sasso e
se ne andarono. Poi, per non sentirmi tagliato fuori dalla folla, gettai anch’io
un piccolo sasso contro di lei, già morta, e corsi via.
VIII
e più importante cambiamento:
Cammino a
piedi nudi.
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