Friday, January 16, 2015

Nesy (scoperta letteraria)

Guram Megrelishvili è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore georgiano contemporaneo. E’ nato a Tbilisi nel 1980. Nel 2002 il suo primo libro 10+2 è uscito sotto lo pseudonimo di Zemkha. I suoi racconti brevi sono stati pubblicati in Russia e negli Stati Uniti. La sua opera Reusable Bottles (2008) è stata candidata ai premi letterari Saba e Gala. Nel 2010 ha pubblicato Iratta.ru, un romanzo sull’agosto 2008, scoppio della guerra russo-georgiana. Nel 2012 Diogene Publishers si è occupata della pubblicazione della nuova collezione di racconti Man’s City.


Nesy
(scoperta letteraria)


Devi averla già notata. Si siede spesso nel giardino della chiesa di St. George in Lomisy street, a Gldany. Anche se non indossasse mai quella gonna corta ti siederesti accanto a lei e le diresti: “Devo averti già incontrato da qualche parte”. Lei sorriderebbe con i suoi denti del giudizio cariati, metterebbe la mano sul tuo ginocchio e ti direbbe che sei un adulatore. Poi mangereste dei popcorn e, una volta stanchi di parlare, andreste a casa sua. Lei vive a Gldany, in una stanza in affitto dove spesso vanno ospiti come te. Entrando in camera la prima volta, ti sorprenderesti nel vedere un uomo sdraiato sul letto. Ma l’uomo se ne va in silenzio. Se passi lì la notte, lo sentirai dirigersi verso una piccola cucina e dormire sul divano. Se chiedi a Nesy chi è quell’uomo, ti risponderà: “il mio ex amante!”
Poi scopri che in passato era stato un tossico, dopo aveva chiuso con le droghe ed era diventato un alcolizzato. Il suo fegato è messo così male che sputa sangue. E’ diventato zoppo dopo un incidente stradale e ha una gamba di plastica o di legno.
Quando Nesy ti parla di tutto questo pensi che si stia lamentando. Tu cerchi i pantaloni, tiri fuori dei soldi e li metti sul comodino. Ti guarderà con il viso corrucciato. “Riprenditeli!”, ti dirà, poi si alzerà aggiungendo: “Vado, tu puoi stare se ti va!”. Tu ovviamente non rimani, e lei se ne va al lavoro.
Nesy lavora in un privé. E’ pagata quattro lari[1] al giorno, ma riesce ad arrivare fino ad otto. Il proprietario della bottega è soddisfatto perché lei ha tanti clienti. Nonostante ciò, per stare al sicuro, al termine della giornata la minaccia sempre di cacciarla; ma l’obiettivo della minaccia è chiaro a Nesy e lei ascolta in silenzio quelle parole umilianti.
Gli otto lari non sono abbastanza. Deve mantenere lo zoppo, la sua zia anziana, se stessa e altri come te, che le chiedono soldi per tornare a casa. Ma nonostante questo, Nesy non accetta mai soldi per l’amore.
E forse questa è la ragione per cui siamo così tanti ad andare da lei. Le ragazze come Nesy sono noiose, lei non è così attiva a letto. Ha sonno appena si sdraia accanto a te, e si addormenta così in fretta che ti viene da pensare che sia ammalata. Se la conosci abbastanza potresti arrivare ad essere dispiaciuto per lei e non ti viene da svegliarla. Altrimenti, la scuoti leggermente, ti sdrai ancora una volta sopra di lei e se sei un po’ stizzoso la fai parlare tutto il tempo. E lei parlerà, forse dirà cose senza senso, ma parlerà lo stesso e poi sarai tu ad addormentarti.
La mattina presto Nesy se n’è già andata. C’è una lettera per te sul comodino: “Sei fantastico”. Se n’é andata. A te farà piacere (se non sai che lei lo dice a tutti) e ti guarderai intorno pieno di orgoglio. All’inizio un pensiero maligno ti attraverserà la mente e potresti mettere sottosopra la stanza per cercare cose di valore, ma non rifarai mai una cosa del genere, anzi, potresti lasciare del denaro in un angolo e andartene. Ma una cosa è inevitabile: amerai questo letto.
Sebbene sia un letto qualunque. Un vecchio letto di ferro, con le molle, senza nemmeno un materasso sopra.


Una pausa

Non avevo nessuna intenzione di scrivere questo passaggio fino al momento in cui un mio amico, Sofiko, mi ha sbattuto la verità in faccia. Ma io cercherò di essere meno diretto.
Allora, la mia malattia (non posso chiamarla propriamente una malattia, il mio psicologo la chiama “esaurimento nervoso”) iniziò circa due anni fa, quando ricevetti delle scarpe. Queste scarpe erano abbastanza buone (ancora le tengo come prova), confezionate in Europa occidentale da una ditta famosa. Erano già state indossate qualche volta, ma erano comunque in buono stato, c’era solo un qualcosa all’interno che mi fece male ai piedi per due o tre mesi, fino a che mi abituai. Il vecchio proprietario delle scarpe consumava il tacco internamente; io, invece, lo consumavo all’esterno. Era questo il motivo per cui mi facevano male i piedi e, oltre al fatto che iniziai a consumare il tacco all’interno, avvennero altri cambiamenti in me.
Cambiamento I: il mio naso è storto, ma prima tendeva verso sinistra, ora verso destra.
Cambiamento II: il mio viso e il mio corpo hanno acquisito delle forme rotondeggianti, e spesso sputo.
Cambiamento III: sui taxi di solito mi sedevo sul sedile a sinistra, ora mi siedo sulla destra.
Cambiamento IV: preferisco sporcarmi prima di lavarmi. A volte vado su un prato, mi rotolo nel fango e poi mi lavo.
Cambiamento V: mia madre è diventata più onesta nei miei confronti rispetto a mio padre. Cerco di non pensare a lui, come se lui fosse un essere inventato…
Cambiamento VI: ho iniziato a pregare di fronte a icone femminili.
Cambiamento VII – il più importante: ne parlerò ora in dettaglio.
Sono sempre stato molto pretenzioso sul cibo, e anche sulle donne, ma tale attitudine verso il gentil sesso è cambiata in modo strano. Solo alla vista di una donna mi eccito, che sia sudicia e brutta, che indossi vestiti costosi e gioielli, che guidi un buona macchina. E rimango eccitato fino a quando smetto di guardarla o fino a quando soddisfo il mio desiderio. Questo cambiamento ha fatto sì che io abbia in parte rotto con le mie ex compagne per iniziare a cercare nuovi oggetti sessuali. Oltre a questo, ho scoperto che la questione è più spirituale di quanto pensassi, e che è sublime, mentre l’Arte è fittizia ed è un’invenzione, perché gli artisti sono le persone più materialiste di tutte.
Cos’è quindi la verità? La verità è ciò che la tua mente riesce a cogliere, o ciò che per la tua mente è la verità, dato che la verità è costruita dalla mente di qualcun altro. Quindi decisi di chiudere con questo mondo di poco valore e materialista, scrivendo e guadagnando soldi in altro modo. Scoprii che una mente scientifica è molto più solida di un cervello che lavora in modo mistico e trascendentale. Nemmeno la religione può ignorare la questione, dato che la nostra ideologia – l’ideologia della Terra, non può raggiungere un livello sovrasensoriale senza immagini. Di conseguenza, gli uomini hanno creato le immagini sacre perché fossero adorate furtivamente, o perché l’immagine sacra è la manifestazione materialistica di Dio. Quindi, la conclusione è che l’ideologia mater(“madre” in latino)ialistica e quella idealista sono uguali, e che entrambe non sono più alte di un qualsiasi albero di mele.
Ecco una mia piccola biografia.
Sono nato il 25 giugno dell’anno dell’Ariete, a Tbilisi. Non ho avuto alcun trauma grave nella mia infanzia. Sono figlio unico. Ho studiato finanza all’università.
Secondo il mio psicologo ho la fase ultima della megalomania. Sono incline all’atto del suicidio, all’assunzione di alcol e droghe. Ho acuito il desiderio di ottenere piacere. Sono profondamente emotivo.
Ecco, questo è il passaggio che non volevo scrivere.

Parte II
Un mio vecchio amico, Valeri, mi chiamò mentre io stavo camminando per strada sputando, parlando di automobili e donne e sognando di essere ricco. Bevemmo birra e vodka, e l’alcol in corpo ci fece desiderare delle donne. Valeri disse che ne conosceva una che ce l’avrebbe data senza problemi e che ci avrebbe addirittura dato dei soldi se glieli avessimo chiesti.
- “Ma non credo che la troverai molto attraente, non è così…”
Risposi che avrei dormito anche con un mostro se mi avesse dato dei soldi, e ci avviammo. La porta ci fu aperta da uno zoppo che ci accompagnò all’interno. Quando ci sedemmo Nesy arrivò. Era una ragazzina magra, intorno ai ventidue anni. Aveva così tanto trucco sulla faccia che non riuscivo a capire se era brutta o meno. Feci cenno a Valeri che andava bene.
Valeri mi presentò ad entrambi; disse allo zoppo che dovevo discutere con Nesy. Si voltò verso di lei e le chiese: “Quando vuoi che torni?”. Nesy mi guardò.
- “Fra circa due ore, credo.”, risposi, e guardai Valeri che stava sulla porta.
- “Io vado a parcheggiare!”, disse, e uscì.
Quando lui fu di ritorno io già avevo fatto buona conoscenza con Nesy. Lo aspettai in camera.
Quando Valeri e lo zoppo entrarono, Valeri le chiese se le piacevo. Nesy rispose che le piacevo molto.
- “Dici sempre così!”, disse Valeri sorridendo.
- “E allora perchè me lo chiedi?”, anche Nesy sorrise, e uscì dalla stanza per fare un caffè.
- “Ehi Val, chi è quello zoppo?”
- “Nessuno, Nesy lo tiene con sé.”
- “E’ suo marito?”
- “Non lo so. Forse sì. Lei dice di no. Lui non si fa problemi. Lei ti piace?”
- “No. Però…”
Nesy tornò.
- “Nesy, lavori ancora?”
- “Sì, di notte.”
- “Nel solito posto?”
- “No, adesso lavoro qui in giro, vicino alla metropolitana.”
- “Hai intenzione di andartene?”
- “Dall’appartamento?”
- “Sì.”
- “No, non voglio, a meno che i vicini non presentino un reclamo contro di me.”
- “Cosa vogliono?”
- “Non gli piacciono i miei ospiti…”
- “Chiamami se ti trasferisci, ok? Hai il mio numero?”
- “Sì.”
- “Chiamami!”
- “Ok, ma non vado da nessuna parte per il momento.”
- “Ah…a Gurami piaci, verrà qui ogni tanto.”
- “Davvero? Mi fa molto piacere!”
Prima di andare via Valeri le chiese in prestito due lari per la benzina, e ce ne andammo.
- “Mi ha dato circa 100 lari in questo modo…e non li rivuole mai indietro! E’ così stupida, ma anche così gentile! E’ una puttana, ma è gentile…e  non vuole mai soldi.”
- “Prova a darle 100 lari e vedrai se non li prende!”
- “Spesso le vengono offerti soldi…non centinaia di sicuro, ma ad ogni modo non li prende mai.”
- “E accetta regali?”
- “Regali? Forse…una volta le ho comprato un profumo da quattro soldi…era così felice perché pensava fosse un Dior…e ancora se lo ricorda: - il profumo che mi hai comprato…-.”
- “Ma non pensi che sia un po’ matta?”
- “Non lo so…perché, hai notato qualcosa?”
- “Mah, niente. A letto fa schifo. Non poteva imparare qualcosa? Ha avuto così tanti uomini! Era lì, sdraiata come un morto.”
- “Sì, lei è così.”
- “E’ così giovane e già così rovinata…non si sposerà mai.”
- “Ah, ti ricordi quel cugino di Irakli, Kwicha…una volta lo abbiamo portato da lei. Lei era la sua prima donna e lui si innamorò. La voleva sposare! Grazie a Dio, fu lei stessa a rifiutare. Lui era perso di lei.
- “Sì, riuscirebbe a trovarsi un coglione come lui…”
Dopo due o tre giorni andai a trovare Nesy da solo. Lo zoppo non era in casa e fu lei ad aprire la porta. Era felice di vedermi. Stava mangiando patate al forno. Anch’io avevo fame, ma non potevo mangiare con lei e quindi semplicemente mi sedetti in cucina assieme a lei. Mangiava lentamente, canticchiando una melodia e guardando fuori dalla finestra. Volevo una tazza di acqua, e nel prenderla rovesciai il tegame con le patate. Le patate si sparpagliarono sul pavimento. Nesy si inginocchiò, le raccolse sul suo piatto e continuò a mangiare. In quel momento la odiai e la coprii di insulti. Lei non disse una parola, mangiò le sue patate in silenzio, pulì il tavolo e andò in camera. Dopo un po’ la seguii. Era seduta sul pavimento ad ascoltare la radio.
La spogliai. Non avrebbe resistito. Poi disse che si sarebbe fatta un bagno.
- “Non ce n’è bisogno – dissi – ti voglio sporca così come sei!”. Scrollò le spalle.
- “E’ solo che mi sento una vergine dopo il bagno.”, disse, e si sdraiò. Stava canticchiando la stessa melodia. Ma non dissi niente.
Si stava asciugando i capelli quando mi alzai. Aveva un aspetto migliore senza trucco. Le sue labbra erano pallide, i suoi occhi verdi. Sembrava una ragazzina dopo il bagno. La abbracciai.
- “Perchè sei una puttana?”, mormorai mentre la annusavo.
- “Non sono una puttana…sono semplicemente fatta così!”, rispose.
- “Sei una puttana! Un’orribile puttana! E non chiedi dei soldi?”
- “Non sono una puttana…sono semplicemente fatta così…”
All’improvviso provai dispiacere per lei e la odiai perché lei era fatta così davvero. Smisi di abbracciarla e la spogliai. Era davvero come una vergine, una vergine senza sangue.
- “Che cosa hai fatto? Ti sei fatta una bagno di allume?”, le chiesi, e lei chiuse gli occhi. Capii che voleva dormire e la lasciai sola.
Mentre dormiva comprai della cioccolata e del brandy e guardai un film. Dormiva sorridendo, molto silenziosamente. Dormì per tre ore. Alla fine mi stancai e la svegliai. Le portai la cioccolata e il brandy a letto. Pensavo che le avrebbe fatto piacere, ma non manifestò nulla.
- “Beviamo del brandy.”
- “Non bevo alcolici.”
- “E invece oggi lo farai!”
- “Ok, ma potrei stare male!”
Si alzò. Stava arrostendo le patate quando due ragazzi la chiamarono dal cortile. Nesy scese in giardino. La guardai dalla finestra. Parlarono, poi i due ragazzi iniziarono a litigare. Sputai e mi allontanai dalla finestra. Nesy non tornava. Scesi anch’io. Lei e i ragazzi se ne erano andati.
“Se n’è andata con quelli”, pensai, e tornai di sopra. Mi sentii tremendamente insultato dal suo comportamento. Cosa potevo fare?
Inizialmente guardai se c’era qualcosa di valore nella stanza. Non trovai nulla. Poi decisi di chiudere a chiave la porta e lasciarla senza un tetto. Stavo per andarmene quando arrivò lo zoppo.
- “Salve, Nesy è a casa?”, chiese, poi andò in cucina, mangiò le mie patate, la mia cioccolata e bevve il mio brandy. Tutto ciò mi fece impazzire. Iniziai ad attaccare briga con lui, ma mi rispose in modo molto tranquillo, andò in camera e si mise a dormire.
Aspettai Nesy un’ora e poi me ne andai. Dopo tre giorni tornai da lei. Non nascose il perché se n’era andata con i ragazzi:
- “Cosa potevo fare?! Me l’hanno chiesto e non potevo rifiutare, e poi pensavo che tu non mi volessi.”
Mi infuriai e iniziai ad imprecare contro di lei. Non rispondeva. Questo mi fece impazzire e la picchiai. Iniziò a piangere e corse in bagno. Dopo mezz’ora uscì e disse che era dispiaciuta. Si era fatta il bagno ed era come una vergine.
- “Sei una puttana!”
- “No, non sono una puttana. Sono solo fatta così.”
Andavo da Nesy ogni giorno, ogni tanto due volte al giorno. Non le chiedevo soldi.
Mi ero abituato allo zoppo. Dormivo con Nesy anche in sua presenza. Lui ci guardava come se stessimo semplicemente giocando a scacchi.
- “Dopo un incidente d’auto è diventato impotente.”, disse Nesy.
- “Perché vive con te?”
- “Era il mio amante, dopo l’incidente non può più lavorare…e ha una vecchia zia, la teniamo con noi.”
- “Tu la tieni con te!”
- “Sì.”
- “Perché lui sta qui?”
- “Non ne ho idea. Stette qui una notte e dopodiché ha iniziato a stare qui ogni notte. Ma non c’è nessun problema, se ne andrà se glielo chiedo.”
- “E tu guadagni abbastanza da mantenere questo accattone e sua zia?”
- “Non è un accattone, lo aiuto e basta. Prendo 7 lari al giorno e arriviamo alla fine del mese!”
- “Tu sei pazza!”
- “Perchè?!”
- “Perchè?! Mantieni uno zoppo impotente e sua zia! Per cosa?!”
- “Perchè? Io non ti aiuterei se tu me lo chiedessi?”
- “Io? Non è la stessa cosa. Io sono il tuo amante!”
- “Ce ne sono anche tanti altri…ma non ho problemi.”
Dopo quel giorno iniziai a chiederle soldi. Le presi due o tre lari ogni giorno, li misi insieme e le comprai dei fiori e un profumo per il suo compleanno. Sprizzava gioia da tutti i pori. Mise i fiori in tanti vasi. Il profumo se lo mise alla festa di compleanno del vicino il giorno seguente. Capì che ero offeso. Mi chiese scusa e tutto si sistemò. Una volta le chiesi:
- “Non usiamo mai il preservativo. Non rimani incinta?”
- “No, nè ora nè mai.”
Col tempo mi abituai a mangiare lentamente. Ci sedevamo a tavola e mangiavamo il più lentamente possibile, il suo viso un po’ buffo e molto serio allo stesso tempo. Ma a letto non era mai attiva.
Poi scoprii una cicatrice profonda sulla sua schiena.
- “Che cos’è questa?”
- “Siamo nate con questa cicatrice, io e mia sorella.”
Così, scoprii che aveva una sorella gemella. Ma:
- “Siamo sorelle da parte di padre.”
- “Ma come? Allora non potete essere gemelle!”
Nesy si mise a ridere: - “Nessuno capisce e io non spiego nulla!”
Disse che sua sorella gemella era suora e viveva in un convento con il suo figlioletto.
- “Il bambino è il piccolo mistero della nostra famiglia. Un giorno diventerò suora anch’io…”
All’improvviso realizzai chi era. Mi infuriai e urlai: - “Come osi! Sei una puttana!”
- “Non sono una puttana, sono semplicemente fatta così!”, disse molto tranquillamente e si voltò.
- “Ascolta, Nesy, gli anni passano, e tu diventerai vecchia e brutta.”
- “Lo so che invecchierò. Cosa vuoi dire?”
- “Sei una puttana. Perché non fai soldi in questo modo? Ne guadagnerai abbastanza per vivere bene e ne risparmierai un po’ per il futuro. Non puoi usare il tuo dannato corpo che non durerà per sempre?! Non puoi riposarti la notte?! E perché dai soldi ai pezzenti come me?! Tu sei pazza! C’è qualcosa che non va in te!”
- “Cosa ci posso fare? Sono semplicemente fatta così.”
Ed io iniziai ad indagare sul perché lei fosse “fatta così”. Lessi molti libri, parlai con molte persone, ma non ottenni la risposta. C’erano numerose versioni che mi sembravano ragionevoli.

Versione I
Scuola psicoterapeuta “Mencary” I.F.
Che cos’è la prostituzione? E’ un fatto risaputo che la prostituta non prova piacere nell’atto sessuale. Un tale svilimento dei sentimenti viene giustificato dalla loro “Professione”. Questo non è vero. Diventano prostitute perché sono frigide.  Odiano l’atto sessuale. Lo percepiscono come un comportamento volgare, sporco. Acquisiscono un complesso di inferiorità. Questo complesso (inconsapevolmente) ha bisogno di essere soddisfatto, di essere recuperato. Uno dei modi per recuperarlo è ignorarlo, dimostrare che lei non è inferiore ma, al contrario, è voluta ed amata.
La versione secondo la quale la povertà rende le donne prostitute è molto facile da smentire. Quindi non vale neanche la pena di parlarne.
Il nostro esempio è facilmente spiegabile: un essere umano ha una certa porzione di complesso di inferiorità e di paura della vita sessuale. Se il complesso di inferiorità prevale sulla paura, avremo donne come Nesy. Una donna di questo tipo avrà una vita sessuale, ma non sarà mai soddisfatta da un partner. Ma se la paura prevale sul complesso, una donna non avrà mai una vita sessuale.
Per ciò che riguarda le paure, queste generalmente provengono dall’infanzia…

Versione II
Givi Alaznispireli (esoterico)
Aggiungerò qualche parola sulle caratteristiche delle persone che possiedono un’anima sacra. Prima di tutto, sono persone molto emotive. Non sono sincere (anche se provano ad esserlo), amano la contentezza, le risate, l’umorismo, hanno un esagerato senso di gioia o di dolore. Non c’è dubbio che anche in loro ci sia un campo opposto all’anima sacra, e questo fatto giustifica la loro cognizione paradossale e addirittura la loro subordinazione, che potrebbe risultare essere il modo per conoscere la verità.
Una caratteristica molto importante di queste persone è la loro abilità a dar via le cose: soldi, cibo, vestiti…Questa abilità può riguardare non solo gli oggetti, ma anche il proprio corpo. E’ facile per queste donne spogliarsi davanti agli sconosciuti. Tale comportamento è dato dall’accresciuta conduttività del campo che le circonda. Queste donne si adattano facilmente al rapporto sessuale con gli sconosciuti, come se a loro non importasse. Cercano di ottenere una soddisfazione spirituale in questo modo, benché spesso non la riescano a raggiungere dato che l’atto sessuale non può essere uguale alla soddisfazione spirituale. In questo caso il rapporto sessuale è solo un tentativo di soddisfare i loro desideri subconsci. Povere donne, in passato ero solito incolparle (nonostante non intenda giustificare le prostitute).

Versione III
Intervista di un mio amico ad una ragazza di 23 anni
       “Quando hai avuto il tuo primo rapporto sessuale?”
       “Avevo 18 anni. Era estate. Un mio amico mi presentò un bell’uomo di 30 anni. E una notte, dopo un giro sulla sua macchina, ho fatto sesso con lui, così, per curiosità.”
       “Che cosa hai provato?”
       “Solo dolore. Non ho più rivisto quell’uomo. Dopo metà anno un altro amico mi presentò il suo vicino. Aveva 20 anni. Affittò una stanza a Tbilisi. Mi innamorai di lui. Ci frequentammo per un anno, poi lui tornò nella sua città. Ci rimasi davvero male e decisi che non mi sarei più innamorata. Dopo un paio di mesi feci sesso col suo amico! (una pausa) In questo modo mi vendicai del mio ex ragazzo.”
       “Non ce l’hai sulla coscienza?”
       “No. Ero stata insultata. Dopo qualche mese conobbi un uomo di 35 anni, sposato e ricco. Mi diede un passaggio e io…feci sesso con lui.”
       “Quante volte lo hai visto?”
       “Tre. Mi portava al ristorante, e poi lo facevamo in macchina.”
       “Perché ti comporti così? Lo fai per i soldi?”
       “No, non è per soldi. E’ solo che mi va di farlo. Mi piace quando vengo notata, considerata una donna.”
       “Quanti uomini hai avuto negli ultimi cinque anni?”
       “Circa 12. Ho ancora una relazione normale con tutti loro.”
       “Raggiungi l’orgasmo?”
       “No, mai. Mi piace il processo.”
       “Hai mai avuto un amante vecchio?”
       “Sì, aveva 53 anni. Mi piaceva stare con lui.”
       “Non sei stanca di farlo in macchina o tra i cespugli?”
       “Sì, ma in qualche modo anche mi piace, oltre al fatto che gli uomini non amano sprecare soldi per un hotel.”
       “Non hai mai pensato di sposarti?”
       “Una volta ci pensavo…ora no.”
       “Sei tu a lasciare gli uomini?”
       “No, sono loro a lasciare me. Dopo aver ottenuto quello che vogliono non mi chiamano più”.

Versione IV
Il mio psicologo pensa che:
Nesy ha il complesso di Elettra e cerca di sublimarlo con la prostituzione. L’esistenza di questo complesso è rivelata dal fatto che Nesy sottolinea il suo essere “figlia di padre”; oltre a ciò, Nesy ha alcuni sintomi di schizofrenia, assodati dai suoi strani discorsi su se stessa e la sua sorella gemella, ed il loro essere sorelle da parte di padre (lei non tiene conto di sua madre). Come possono due gemelle avere madri differenti?! Il fatto che Nesy non chieda soldi è molto facile da spiegare: per Nesy gli uomini equivalgono al padre (cioè Nesy cerca il padre tra di voi, e invano), e lei sarà al servizio degli uomini (il padre) gratuitamente, a differenza di altre donne (la madre).

Versione V
L’opinione di un uomo bravo in numerologia
Ovviamente non posso essere sicuro che la mia opinione sia giusta, ma la numerologia può dare una descrizione dello stile di vita di Nesy, della sua personalità e del suo carattere. Il suo nome è Nesy, ma è un nome che ha creato lei. Il suo nome di battesimo è Nestani. Cerchiamo di decifrare entrambi i nomi:
4
5
9
1
1
4
9
N
E
S
T
A
N
I

Ora sommiamo i numeri. Il totale è 33. Se vogliamo semplificare, possiamo sommare i due numeri che formano la cifra e avremo 6. “6” è il simbolo dell’armonia, della bellezza e del ritmo. Il suo pianeta protettore è Venere. I “numeri 6” sono creature oneste e umane. Dimostrano grande interesse nelle persone. Sono dei buoni uomini pubblici, sebbene la famiglia sia per loro di primaria importanza. E’ molto piacevole avere a che fare con dei “numeri 6”. Sono riservati, affascinanti e affettuosi, abbastanza docili, ma possono anche essere esasperati.  
Amano i profumi, i fiori, gli oggetti graziosi. Amano avere ospiti.
Sono idealisti, semplici, non sono egoisti, sempre desiderosi di dare un aiuto. E’ molto difficile per loro dire di no.
Un “numero 6” sarebbe un buon dottore, insegnante o infermiere.
Ora, passiamo a decifrare l’altro suo nome:
4
5
9
9
N
E
S
Y

Il totale è 27, 2+7=9. I “numeri 9” sono affettuosi, filosofici e mistici. Il loro pianeta protettore è Nettuno. I “numeri 9” sono molto sensibili e impressionabili, esprimono l’amore in modo più forte degli altri. Trattano gli oppressi, gli ammalati e gli anziani come parenti vicini, si sentono dispiaciuti per la loro condizione. Sono quindi i più umani di tutti. Il loro scopo è l’amore universale, la gentilezza, la comprensione. In più, vale la pena dire che i “numeri 9” fanno sogni strani, sempre premonitori.
Non tutti vanno d’accordo con loro. Alcuni adorano i “numeri 9”, altri li odiano (e questo è più frequente) per la loro grande abilità a dispensare.
Se un “numero 9” non sposato viene sedotto molto facilmente, è quasi impossibile sedurre un “numero 9” sposato; tuttavia, non sono delle mogli ideali, perché la loro intera energia viene sprecata per aiutare gli altri.
I “numeri 9” generalmente fanno lavori che aiutano la gente, spesso sono suore, insegnanti, infermieri…
Il loro difetto più grande è la distrazione e il fatto che perdono tempo. Sono molto generosi e vogliono soldi solo per soddisfare i bisogni giornalieri e per aiutare altre persone.
Ecco, vi ho mostrato il ritratto del carattere di Nesy oggi e in passato, la differenza tra Nesy e Nestani che, più che diminuire il suo livello di generosità, lo ha aumentato.
 Un altro aspetto molto importante è che il pianeta protettore del suo nome di battesimo – Venere – è il simbolo del piacere sessuale e del matrimonio. E se questo pianeta appare anche sul suo oroscopo, lei potrebbe iniziare a dispensare i suoi favori anche in forma fisica.

Versione VI
Un dilettante astrologo afferma…
…che Nesy semplicemente non potrebbe vivere in altro modo, perché è nata nell’anno del sensoriale Pesci. La presenza dei pianeti Venere e Giove nel suo oroscopo implica che lei è pronta a condurre una vita sessuale, provare piacere e dispensarne il più possibile. Nesy sarebbe potuta essere una brava infermiera o una suora…

Versione VII
Opinione dell’autore della storia:
Nonostante il personaggio della mia storia racconti una bella fiaba sentimentale su una brutta prostituta con un animo poetico, il cui comportamento è considerato un segno di bontà, penso che un tale atteggiamento verso queste questioni non sia auspicabile e sia anche un po’ pericoloso.
Inizialmente Gurami fa riferimento a Nesy in modo piuttosto ironico, ma c’è del rispetto nascosto in questa ironia e questa è l’origine della tendenziosità. Sì, le considerazioni sulla personalità di Nesy fatte dalle persone scelte da Gurami sono tendenziose. Ho parlato di questo con Gurami, e mi ha risposto in modo piuttosto grossolano: “Se mento sei un bugiardo anche tu, dato che io sono un prodotto della tua mente”. Si mise a ridere ed io realizzai che mi aveva colto in flagrante, mi aveva sconfitto con le mie stesse idee. Ad ogni modo, sono io l’autore e sono io ad avere il diritto di sostenere la mia opinione (forse addirittura soggettiva) su Nesy: la si può decifrare come si vuole, ma lei rimane comunque una prostituta. E’ una normale prostituta che forse non accetta soldi per l’amore, ma senza dubbio è egoista. Di regola le donne come Nesy sono state sedotte, sembrano sempre vittime, ma di certo lo fanno solo per mettersi in mostra. E’ una “vittima” solo perché le conviene esserlo, perché riceve più attenzioni, amore e calore in questo modo. Lei riceverà ma non elargirà, come Gurami e altri (generalmente nei rapporti sessuali gli uomini elargiscono dal punto di vista psicologico!).
Col tempo tali donne diventano veggenti o combina-matrimoni. Osano addirittura “vittimizzare” le ragazze e danno loro anche una grande quantità di informazioni teoretiche. Sono sempre pronte a lamentarsi, ma in effetti nessuno si adatta meglio di loro alla vita materiale.
Sono in qualche modo simili ai ladri e ai mercanti. Non farti colpire dal loro sorriso modesto e non lasciarle mai abbracciarti, potresti venire soffocato. Nesy e le donne come lei sono un po’ folli. Ma nemmeno Gurami sembra del tutto a posto.   
L’unico cambiamento nel nostro rapporto, dopo l’intera investigazione, è stato che iniziai a trattarla come se fosse malata. In realtà era malata. Beveva e mangiava a suo modo, un modo strano. E allo stesso modo sceglieva quali icone pregare. I suoi sogni erano i più strani in assoluto. Solevo trascriverli e portarli dal mio psicologo, che confermava le sue teorie secondo le quali Nesy aveva il complesso di Elettra.
Questo è uno dei suoi sogni più impressionanti: “Vedo un terreno arido coperto di sale. Un uomo sta scrivendo qualcosa sul terreno col dito. Sorride. Mi avvicino a lui e gli dico che lo conosco e gli chiedo di accompagnarmi in chiesa. Lui si alza e insieme andiamo. Mentre entro in chiesa urlo a voce alta che quest’uomo è il re, che è Gesù Cristo e lo incorono, ma la folla ride di me. Mi vergogno, piango, ma non riesco a correre. Poi mi sveglio.”
L’interpretazione del sogno del mio psicologo è questa: “Il fatto che Nesy veda un uomo con una corona nei suoi sogni conferma la mia opinione. L’uomo con la corona (il re) è il simbolo del padre. Il terreno è il simbolo dei genitali di Nesy, di se stessa; l’uomo (il padre) scrive su di esso (ha rapporti sessuali) con il dito (pene). Ma non soddisfa Nesy, lei cerca di vivere con suo padre pubblicamente, alla luce del sole (desiderio di portarlo in chiesa), ma allo stesso tempo ne ha paura (in questo caso le derisioni della folla sono in opposizione al suo super ego).
C’è anche un simbolo nascosto nel fatto che lei chiami l’uomo Gesù Cristo, e in chiesa preghi Gesù Cristo (il padre).
Quindi ero sicuro che fosse malata e mi occupai di curarla, dato che avevo qualche conoscenza di psicologia. Prima di tutto cercai di farmi dire tutto. Lei iniziò a ricordare dall’infanzia. Questo risultò essere molto semplice perché Nesy ricordava tutto da quando aveva 5 mesi. Decisi di controllare la sua memoria ipnotizzandola. Nesy cadde in un sonno ipnotico molto facilmente. Non riuscii ad ottenere più informazioni di quante me ne aveva già date. Quindi cercai di spostare la cosiddetta “immagine del padre” su qualcun altro che lei potesse sposare. Chi avrei potuto scegliere? Il candidato più funzionale era lo zoppo. Ma Nesy non si voleva sposare.
-    “Perchè non ti sposi?”
-    “Non lo so! Non riesco a vivere con un solo uomo. Io devo stare o con tutti o con nessuno.”
-    “Non capisco perché…Non puoi sposarti e vivere come una donna normale?”
-    “No, non posso, non posso tradire mio marito.”
-    “Sono solo parole. Sei già abituata alla prostituzione. Potresti tradire tuo marito, ma il punto principale è quello di non fare sesso con così tanti uomini, o ti prenderai delle malattie e…”
-    “Tu perché non ti sposi?”
-    “Perché avere fretta?! Ho ancora 21 anni!”
-    “E’ questo il motivo?”
-    “Sì!” (una pausa) “Ok. Non ho ancora incontrato la donna giusta.”
-    “Che tipo di donna definisci ‘giusta’?”
-    “Deve essere la più bella di tutte, intelligente, brava nelle faccende domestiche. Deve amare i bambini e, cosa più importante, deve essere ricca!”
-    “E tu, che cos’hai da offrire?”
-    “Io? Ho dei talenti. Studio finanza e sono un potenziale grand’uomo d’affari, e per di più…per di più ho qualcosa che nessun altro ha…”
-    “E che cos’è questo ‘qualcosa’?”
-    “Non lo so…ma so che c’è qualcosa in me…lo riesco a sentire.”
-    “Mi consigli di sposarmi e sembra che rimarrai scapolo tu stesso.”
-    “No, non è vero…e tu…non vedi che sto cercando di aiutarti?”
-    “Di aiutarmi? Allora sposami!”
-    “No, non posso. Ma che ne dici dello zoppo? Sarà un buon marito. E inoltre siete abituati l’uno all’altra…e non è mai geloso!”
Nesy rise e non toccammo mai più l’argomento. Nel frattempo mi presi una qualche malattia venerea ed evitai di vedere Nesy. Ecco come successe:
Incontrai la moglie di un mio compagno di classe ad una festa. Era una ragazza piuttosto ricca e disinteressata. Le feci perdere la testa e la portai nell’appartamento di mio zio, dove fui premiato con una malattia venerea. Nesy era sorpresa dalla mia sparizione. Ci incontrammo per caso e mi disse che le mancavo. Quando le dissi del mio problema si mise a ridere e disse che mi era accaduto per colpa del mio grande amore per il denaro. Poi mi preparò un bagno manganico, mi diede del succo alle erbe fatto da sua nonna, leccò il mio sperma e mi curò.
Ma dopo una settimana smisi di andare a trovare Nesy. Ero semplicemente annoiato, la odiavo. Tuttavia non riuscivo a trovare né un lavoro, né una sposa ricca, e tornai da Nesy per sfogare la mia rabbia, la mia afflizione e l’energia materiale. Ma non trovai Nesy. Non era in casa.
a) Comprai dei fiori, del cibo e alcune bibite. Anche se la odiavo ero impaziente di vederla e sembravo felice come se fossi stato innamorato. Mi immaginai il momento del nostro incontro. Speravo sarebbe arrivata da sola, immaginare che potesse essere con qualcun altro mi rendeva geloso.
- “Sono innamorato, sì, lo sono! Forse non la sposerò, ma non amerò mai una donna in questo modo. Oh, Nesy, la mia povera puttana!”
Se fosse stata fuori, mi sarei seduto sulle scale e la avrei aspettata. Lei sarebbe arrivata molto stanca, e si sarebbe accorta di me solo quando si sarebbe avvicinata (di solito camminava a testa bassa). Quando mi avrebbe visto si sarebbe sorpresa e avrebbe gridato di gioia. Tremando sarebbe riuscita a fatica ad infilare la chiave nella serratura della porta. Saremmo entrati in camera e avremmo passato dei minuti fantastici insieme. Lei sarebbe stata in preda alla passione e mi avrebbe detto:
- “Amo te, solo te e nessun altro!”
Le avrei proposto di adottare un bambino e di crescerlo insieme. Lei sarebbe stata in silenzio. Poi io avrei detto:
- “No, non ho intenzione di sposarti. Cresciamo semplicemente un figlio. Io avrò la mia famiglia e tu starai con chi vuoi. Ti conosco, sei ‘fatta così’!”
Nesy avrebbe pianto e sarebbe diventata brutta, ma io l’avrei amata lo stesso per la sua debolezza.
Quindi andai al quarto piano, bussai e la porta mi fu aperta da un uomo. All’improvviso mi infuriai con me stesso per i miei pensieri sentimentali: è una puttana, una puttana qualunque, anche se non accetta soldi è una prostituta! Una puttana! Spingendo in parte con rabbia l’uomo cercai di entrare nella camera.
-        “Ehi, dove stai andando?”, chiese l’uomo un pò in imbarazzo.
-        “A venerare la regina.”, ringhiai.
-        “Sei matto ragazzo?! Chi sei?”
-        “Voglio vedere Nesy!”
-        “Chi è Nesy?”
-        “Chi è Nesy?! La ragazza che vive qui.”
-        “Io vivo qui, ragazzo, non c’è nessuna Nesy qui!”
Nel frattempo apparve una donna grassa che si domandava cosa stesse succedendo. Per un attimo pensai che avevo sbagliato piano. Ma non era vero. 
-        “Mi scusi, venivo a trovare Nesy in questo appartamento. Viveva con un uomo zoppo, i ragazzi venivano spesso da lei.”
-        “Quando?”
-        “E’ passato un mese dall’ultima volta in cui l’ho vista.”
-        “Ti sbagli. Vivo in questo appartamento da sei anni…e non c’è nessuna Nesy nemmeno qui nel vicinato.”
L’indirizzo che ricordavo era giusto. Avevo qualche dubbio. Diedi i fiori e il cibo all’uomo, e prima che lui riuscisse a realizzare cosa stavo facendo mi fiondai in camera. L’appartamento non era il suo, le camere erano diverse.
La donna iniziò a urlare, l’uomo imprecò contro di me mentre uscivo dalla camera. Fu una giornata terribile.
b) Valeri venne a trovarmi e andammo a bere una birra. Gli chiesi di Nesy e lui mi guardò stupito. Dissi che non la vedevo da un mese. Valeri pensava che stessi scherzando.
-        “Non sto scherzando. Voglio vederla. Vive ancora nello stesso appartamento?”
-        “Nesy è morta.”
-        “Smettila di prendermi in giro. Sono serio.”
-        “Sono serio anch’io. E’ morta. Non lo sapevi? Tutti i ragazzi sono spaventati a morte e stanno andando a farsi visitare. Lei era malata. Tu usavi il preservativo?”
-        “No.”
-        “Vai dal dottore il prima possibile allora!”
Andai all’ospedale di mio zio il giorno stesso.
Maledetta puttana!
c) Non avendo trovato nè un buon lavoro nè una moglie ricca, decisi di andare da Nesy.
Lo zoppo stava guardando fuori dalla finestra. Mi riconobbe all’istante e mi urlò di comprargli una bottiglia di vodka. Mi arrabbiai e corsi su dalle scale. La porta era aperta. Entrai. C’era un odore terribile nella stanza. I vestiti erano sparsi sul pavimento infangato. Lo zoppo era seduto in cucina e fumava.
-        “Mi hai comprato la vodka?”
Non risposi ed entrai in bagno.
-        “Dov’è Nesy?”
-        “Nesy?! Eh, Nesy?! Ah ah, che si fotta!”
-        “Qual è il problema?”
-        “Non lo sai? Eh, se n’è andata!”
-        Ma dove?”
-        “Maledetta prostituta! Schifosa puttana! E’ entrata in convento.”
-        “Cosa?! In convento?!”
-        “Sì. Non riuscivo a crederci ma è vero. Mi ha mandato una lettera dicendomi che stava bene. Mi ha scritto che le dispiaceva di avermi lasciato solo. Ma mi ha promesso di aiutarmi il più possibile. Immagina…che cosa mi ha fatto! Come potrò vivere adesso? E mia zia? Che cosa posso fare?”, e iniziò a piangere.
-        “Smettila di lamentarti! Ecco, tieni…Verrò uno dei prossimi giorni…”, e misi tutti i soldi che avevo sul tavolo. “Dov’è? In quale convento?”
-        “Non lo so! Per favore, aiutami, sei il mio salvatore! Sapevo che saresti stato l’unico uomo che si sarebbe preso cura di me e di mia zia…”
Riuscii a fatica a liberarmi di lui.
Dove avrei trovato Nesy? In che convento sarei andato? Non aveva senso cercarla, e mi arresi.
-        “Se la trovi dille che verrà punita…portala da me e poi…lo so io.”
Mi girai verso di lui. Stava ridendo.
Che patetico!
d) Comprai dei fiori, del cibo e il suo profumo preferito. Vicino a casa sua incontrai degli amici. Dissi loro che stavo andando da Nesy.
-        “Che Nesy?”, mi chiesero.
-        “Vive al quarto piano con uno zoppo.”
-        “Non hai sentito cosa è successo?”
-        “Cosa?”
-        “E’ stata uccisa.”
Scoprii che Nesy aveva un amante poliziotto che aveva una famiglia. Sua moglie era gelosa e sporse denuncia verso Nesy. Fu arrestata e messa in prigione. I ragazzi la andarono a trovare in prigione più volte. Lì una donna si innamorò di lei. Era zoppa. Era stata in prigione due volte, accusata di aver ucciso un uomo. Propose a Nesy di sposarla. Ma Nesy la ignorò, e la detenuta la uccise in preda alla gelosia.
-        “L’ha pugnalata cinque volte mentre dormiva. L’intera prigione ha pianto, tutti erano dispiaciuti per la povera Nesy! Nessuno sa nemmeno dove sia la sua tomba.”
Diedi i fiori ad una donna per strada, il profumo ad una vicina di Nestani.
e) Uno di questi giorni io e la mia moglie appena sposata stavamo andando alla festa di compleanno di un amico. Comprammo dei fiori ed entrammo in un privé per prendere dello champagne. Lì vidi Nesy. Sorrise per un attimo, ma vedendo la mia faccia seria guardò in basso.
Mi vergognai mentre stavamo uscendo dal privé.
Tornai indietro:
-        “Nesy, come stai?”, chiesi.
All’inizio fece finta di non riconoscermi.
-        “Ah, sei tu…non ci vediamo da una vita! Sei cambiato tantissimo! Chi è quella ragazza carina? E’ tua moglie? Avete dei figli? Che cosa fai? Hai trovato un lavoro?”, e via così. Mi fece molte domande a cui risposi molto brevemente, solo “sì” o “no”.
Quando ce ne andammo mia moglie mi chiese chi fosse e dissi che era la moglie di un mio amico. Lei disse che sembrava una puttana e mi gettò un’occhiata di sospetto.
Devo essere orgoglioso di me stesso. Non arrossii nemmeno!

Una pausa
Feci un sogno in treno: la folla correva su e giù per la strada. Poi gli uomini uscirono dalla folla e gettarono sassi contro la puttana. Poco dopo si calmarono e se ne andarono cantando. Le donne gettarono qualche altro sasso e se ne andarono. Poi, per non sentirmi tagliato fuori dalla folla, gettai anch’io un piccolo sasso contro di lei, già morta, e corsi via.

VIII e più importante cambiamento:
Cammino a piedi nudi.



[1] 1 lari » 0,5 dollari

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